La scarpa da gara

“La scarpa da gara non esiste. 
Esiste la scarpa che ti porta al traguardo.”

Parlare di “scarpa da gara” come se fosse un modello universale è un errore di prospettiva.
Perché ogni gara è diversa. E ogni runner lo è ancora di più.

C’è chi corre a 3’ al chilometro, sfiorando l’asfalto come se volasse.
C’è chi tiene i 6’ con determinazione, con il cuore più che con le gambe.
C’è chi spinge tutto in una 10K nervosa, chi si spezza e si ricompone per 42,195 km.
C’è chi affronta 100 km con l’obiettivo di arrivare intero, non veloce.

E allora cos’è, davvero, una scarpa da gara?

È una scarpa che risponde a te. Alla tua biomeccanica. Al tuo peso. Alla tua efficienza di corsa.
È una scarpa che sa accompagnarti quando la fatica inizia a parlare più forte della testa.
È una scarpa che non ti rallenta, ma ti protegge. Che non ti costringe, ma ti potenzia.

Può essere ultraleggera e aggressiva, con piastra in carbonio e geometrie da cronometro.
Oppure stabile, ammortizzata, pensata per darti supporto chilometro dopo chilometro.

“Scarpa da gara” è un termine vuoto, se non lo riempi della tua storia.
Perché la gara non è solo la distanza. È il modo in cui scegli di affrontarla. È il tuo passo, il tuo corpo, il tuo obiettivo.

E allora smetti di cercare la scarpa da gara.
Cerca quella che, per te, farà la differenza tra il partire… 
e arrivare.

Pacer
Francesco Murianni